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Taccuino e penna stilografica

Il blog di Marco Marchegiani
- Psicologo e psicoterapeuta -

FARE PACE CON I NOSTRI GENITORI "FACENDO LA MEDIA"

Aggiornamento: 30 mag 2020


“Se vuoi dargli la colpa di ciò che va male,

allora devi dargli il merito di ciò che va bene”.

Anthony Robbins

I problemi sono il nostro pane quotidiano. La mente si è sviluppata per risolvere i problemi e l’evoluzione ha fornito all’uomo moderno strumenti raffinati, per affrontare le avversità della vita. Senza problemi, non ci sarebbe Homo Sapiens. È anche vero, purtroppo, che senza Homo Sapiens molti problemi non ci sarebbero!

Anthony Robbins, noto motivatore statunitense, ci offre nel suo video alcune riflessioni, che possono aiutarci a cambiare prospettiva sugli irrisolti nelle nostre relazioni. In questo articolo, restringerò il focus sulle relazioni umane più benefiche, strutturanti e, potenzialmente, dolorose: quelle con i nostri genitori.

COME LA MENTE RISOLVE I PROBLEMI E I PROBLEMI CHE CREA MENTRE LI RISOLVE.

Un problema solletica la nostra attenzione, ci spinge a focalizzarla lì, dove è lui, per risolverlo. La natura dentro di noi ci orienta al problema, attiva le nostre risorse per superarlo. Questo spinge la mente a focalizzare l’attenzione sul dettaglio che non funziona. Se questo accade troppo a lungo, se non riusciamo più a cogliere la nostra vita nella sua interezza, l’ansia e il dolore per quello che non funziona possono oscurare la gioia e l’energia derivanti da tutto il resto. Tutto il resto funziona! Un detto dice: “se ogni sera ringrazi Dio per tutto ciò che c’è di bello nella tua vita, non ti resterà tempo per lamentarti di ciò che non va”. Riorientare la nostra attenzione, fino a cogliere di nuovo la realtà nella sua globalità, ci aiuta a “ripulire” la nostra percezione delle cose. Questo processo è così importante per il nostro benessere da essere anche il cuore della pratica buddista.

I PROBLEMI IRRISOLTI NELLA RELAZIONE CON I NOSTRI GENITORI.

Lo stesso processo di “problem solving” viene attivato quando c’è un problema irrisolto in una delle nostre relazioni. Anche nelle relazioni, inoltre, corriamo il rischio di percepire in modo distorto. Questo è particolarmente vero quando abbiamo un problema con i nostri genitori. Ogni genitore commette degli sbagli con i propri figli. Questi sbagli restano dentro di noi, li immagazziniamo e diventano un pesante fardello emotivo: ce lo trasciniamo dietro ovunque e questo sembra togliere allegria e spensieratezza alla nostra vita. Ogni bambino interiorizza gli insegnamenti, gli atteggiamenti, i modi di fare, i messaggi e le azioni dei propri genitori. Ogni bambino imita i suoi genitori e impara a trattare se stesso e gli altri utilizzando i modelli che ha visto all’opera dai suoi genitori.

Spesso, alcuni di questi modelli, o molti di essi, non funzionano. A volte, il dolore per ciò che abbiamo subìto nel passato continua a sprigionarsi dentro di noi. Guardiamo al passato con rabbia, tristezza, dolore; viviamo il presente confusi e impauriti e ci rivolgiamo al futuro senza speranza. E la colpa, certamente, è dei nostri genitori. Questi frammenti di dolore, dentro di noi, reclamano attenzione. Occorre prendersene cura e imparare a volerci bene in modi sconosciuti. Questo è il nostro fardello e senza dubbio ci è stato consegnato, almeno in parte, dai nostri genitori. La nostra attenzione continua ad andare a tutti gli errori che loro hanno commesso, a tutte le cose che ci hanno fatto mancare: protezione, apprezzamento, accettazione, insegnamento, sostegno, cure. Ed è tutto vero. È andata così. Ci hanno criticato eccessivamente, ostacolando la nostra autostima: ed oggi siamo insicuri e ansiosi. Ci hanno trascurato, ignorando i nostri bisogni: e ci sentiamo ancora indegni di ricevere amore, inutili e senza valore. Potrebbero aver fatto anche di peggio. Ed oggi, eccoci qui. Il problema c’è. Esiste. A volte, è grande.

I MERITI INSOSPETTATI DEI NOSTRI GENITORI.

Pur non risolvendo il problema, con la sua riflessione, Anthony Robbins ci aiuta ad affrontare i nostri genitori interiorizzati in modo più onesto e leale. Tutto quello di cui li accusiamo può essere vero, ma ci sono altre cose, altrettanto vere, che non stiamo tenendo in considerazione. Siamo così arrabbiati con loro per tutto il male che abbiamo ricevuto, da ignorare il bene che ci hanno fatto. Non stiamo considerando tutto ciò che di buono hanno fatto per noi, tutto ciò che di buono abbiamo appreso da loro. Sono forse piccole cose che diamo per scontate, al punto di credere di non averle apprese da nessuno, di averle sempre avute. Ci sbagliamo. Se siamo persone responsabili e sappiamo tenerci un lavoro, probabilmente lo abbiamo imparato dal loro esempio. Il nostro senso dell’umorismo, la nostra onestà, la disponibilità ad aiutare, probabilmente, le abbiamo sviluppate guardando loro. Ci sono così tante cose che altri non hanno e noi, invece, sì. Siamo sicuri che i nostri genitori non abbiano alcun merito?

Anthony Robbins, infine, ci spinge a riflettere su un aspetto generalmente ignorato e misconosciuto. Molte nostre qualità, proprio quelle che abbiamo costruito da zero, hanno origine proprio dalle mancanze dei nostri genitori. Vedendo loro sbagliare così evidentemente, su un aspetto essenziale per il benessere psicologico, emotivo, relazionale, sociale, abbiamo deciso che noi non avremmo fatto lo stesso errore. Abbiamo deciso di “controidentificarci”: abbiamo preso un modello negativo e lo abbiamo trasformato nel suo opposto. Sicuramente è uno dei nostri motivi di maggior orgoglio. Ed è, davvero, un grande merito. Anche esso, tuttavia, parte dai nostri genitori e dalla loro storia. Sono stati loro, sbagliando così tanto, facendoci soffrire ingiustamente, a renderci consapevoli di quanto fosse essenziale che noi non ripetessimo i loro errori. È un nostro merito, è il nostro contributo a rendere la nostra famiglia migliore, a rendere il mondo un posto migliore. I nostri genitori, con i loro limiti, sono all’origine di questa nostra grande vittoria. Probabilmente, anche loro hanno contribuito alla storia della nostra famiglia, hanno migliorato alcuni aspetti presi in eredità dai loro genitori.

RAPPACIFICARSI "FACENDO LA MEDIA".

I nostri genitori sono e saranno sempre, che lo vogliamo o no, le nostre radici. Sono un capitolo del libro della nostra famiglia, subito precedente a quello che parla di noi, a quello che stiamo scrivendo noi. È giusto, onesto e, soprattutto, veritiero che noi lo leggiamo nella sua interezza. Rendere loro merito per il contributo positivo che hanno apportato alla nostra crescita, tenerlo in considerazione, mentre ci occupiamo dei problemi che ci hanno trasmesso, consente alla nostra mente e, soprattutto, al nostro cuore, di fare una “media corretta” dei pro e dei contro, del bene e del male che abbiamo ricevuto. Quando “facciamo la media” non osserviamo il mondo dividendolo in bianco e nero, non estremizziamo il nostro giudizio sugli altri separando il buono dal cattivo, e poi buttando il buono e tenendo il cattivo (per criticarlo). Mettiamo tutto insieme e questo ci aiuta a fare una valutazione più complessa, realistica e utile. La nostra rabbia può affievolirsi; la nostra tristezza trovare sollievo; il senso di solitudine mitigarsi. “Fare la media” non è una strategia per sentirci meglio. “Fare la media” è vedere le cose in modo più realistico. E la realtà è ciò che esiste, non è una fantasia. Soffrire per qualcosa di reale ha senso; soffrire per le nostre fantasie, invece, no. Questo possiamo evitarcelo. Se voglio riuscire a risolvere un problema, ho innanzitutto bisogno che sia un problema reale. Come cambia la percezione dei nostri genitori dopo abbiamo “fatto la media”? Come cambiano le nostre emozioni e i nostri vissuti? Sicuramente, lo ripeto, tutto questo non è sufficiente a sanare le nostre antiche ferite, ma è un buon inizio.



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